Johnny Doyle, The Man Who Loved The Green

« Older   Newer »
  Share  
Orfeo Bhoy
view post Posted on 29/4/2008, 16:23     +1   -1




JOHNNY DOYLE - L'UOMO CHE AMAVA IL VERDE


INTRODUZIONE - La Leggenda di Johnny Doyle



Il 15 Maggio 1982 il Celtic Park esplose di gioia in seguito alla vittoria sul St. Mirren che fruttò a Billy Mcneill il suo terzo titolo nelle prime quattro stagioni da successore di Jock Stein.
Mentre il capitano Danny McGrain veniva portato in trionfo dai suoi compagni, e la coppa sfilava di fronte a quarantamila tifosi in delirio, qualcosa di inusuale accadde. A partire dalla Jungle si alzò un coro che coinvolse tutto lo stadio "We won the league for Doyle, we won the league for Doyle".
Ad otto mesi dalla improvvisa e prematura scomparsa di Doyle in seguito ad un tragico incidente domestico, i tifosi del Celtic interruppero i festeggiamenti per dedicare la vittoria ad un giocatore così tanto significativo per loro.
Ian Archer scrisse: "Dopo tre quarti d'ora dalla fine della partita il pubblico era ancora li sugli spalti ad invocare il nome di Johnny Doyle. Alcuni giocatori piansero".
In seguito alla morte dell'ala, il manager Mcneill scrisse: "La sua apertura e l'amore per questo club sono valse a Johnny Doyle la stima e l'affetto dei tifosi in un modo speciale, ed il rapporto tra loro ha così raggiunto ad un livello che la maggior parte dei giocatori mai raggiungerà".
Ancora oggi, a quasi trent'anni da quel terribile incidente avvenuto nell'Ottobre del 1981, l'affetto e la considerazione da parte dei tifosi del Celtic nei confronti di Johnny Doyle sono immutati.

PRIMA PARTE - Un Bhoy di nome John



Come per molti tifosi del Celtic, l'amore di Johnny Doyle per il club era questione di DNA. Nato l'11 Maggio 1951 a Bellshill, Lanarkshire, visse in un quartiere di minatori a Tannochside fino all'età di 5 anni prima di trasferirsi con la famiglia dalle parti di Fallside. Johnny da bambino assistette estasiato alle gesta che condussero l'eroe locale di Viewpark, Jimmy Johnstone, nel pantheon dei grandi del Celtic. La fedeltà di John ai colori del Celtic proveniva direttamente da suo padre William, un minatore spaccatosi letteralmente la schiena in un incidente in cava quando Johnny era ancora in fasce e che successivamente lo condusse ad una prematura scomparsa quando Johnny aveva solo otto anni. La sorella di Johnny, Anne Marie, così ricorda il padre: "Era uno di quelli per cui la vita girava intorno al Celtic. Johnny quando ancora era molto piccolo calciava solo di destro. Mio padre un giorno si allungò sulla sedia a rotelle, gli bloccò la gamba destra e gli disse che non sarebbe mai diventato tanto bravo da giocare nel Celtic se non avesse imparato a calciare anche di sinistro. Così perseverarono nella pratica finchè Johnny non riuscì ad usare il sinistro altrettanto bene che il destro". L'ablitià di Johnny con entrambi i piedi e di giocare su entrambi lati del campo si sarebbe rivelata una qualità fondamentale del suo gioco ed un'arma cruciale nella sua carriera al Celtic.

L'area del Viewpark aveva fornito un buon numero di caliatori della stessa generazione di John piuttosto conosciuti, inclusi George McCluskey, John Robertson e Iain Munro. Quando Johnny cercava qualcuno con cui giocare, era la sorella ad essere forzatamente reclutata. "Mi ricordo che venivo costretta ad andar fuori a giocare a calcio con lui quando eravamo piccoli perchè non c'erano altri ragazzi nella nostra strada, e mi costringeva anche ad indossare una delle sue maglie del Celtic. Ovviamente io facevo da portiere perché, mi diceva, ero troppo scarsa per calciare e sono sicura che qualche volta mirava di proposito a me invece che alla porta".

Johnny una volta ricordò che quando suo padre era in ospedale ricevette una visita dall'allora capitano del Celtic e della nazionale, Bobby Evans, che gli sollevò il morale non di poco. Non stupisce pertanto la regolarità delle visite che Johnny stesso rendeva ai tifosi ammalati quando divenne un calciatore professionista. Quando, ancora nelle fila del'Ayr United, un giornalista andò a trovarlo a casa, Johnny gli mostrò uno dei suoi più preziosi cimeli: una targa di una formazione titolare del Celtic che il padre gli aveva lasciato in eredità.

Inizialmente Johnny era più contendo di tifare per i Bhoys che non di giocare per loro. La madre Agnes rese la sua prima visita ad Ibrox per tifare gli Hopps un evento indimenticabile.
"Ricordo di aver ricevuto qualche sganassone da mia madre quando tornai dal mio primo Old Firm. Era l'inizio degli anni '60 ed alcune persone persero la vita sui gradini delle tribune quel giorno. Lei pensava fossi andato a vedere il Motherwell quando qualcuno la informò su dove veramente ero. Così cominciò a preocuparsi per la mia incolumità".

Poco dopo Johnny entrò a far parte del Celtic CSC locale. Seguiva la squadra in casa ed in trasferta, e l'opportunità di vestire la casacca Hoops sarebbe andata in fumo se non fosse stato convinto ad unirsi al St. Columba's Boys Guild Club. Quando un titolare si ruppe la gamba, Johnny finalmente decise di giocare per il settore giovanile invece che andare a vedere il Celtic, impegnato al Dens Park quel giorno. Era molto riluttante perchè aveva già pagato con i soldi guadagnati con il sudore della fronte la quota associativa annuale per il CSC. "Fu uno dei punti di svolta della mia vita. Ero sempre tifoso del Celtic, ma decisi che volevo diventare abbastanza bravo da poterci anche giocare".

SECONDA PARTE - I primi anni



Le imprese compiute giocando nelle giovanili lo portarono a tanti provini, tra cui uno con il Crystal Palace, alla fine dei quali trovò un accordo con l'Ayr United nel 1970 per la cifra di 4 sterline a settimana. Fu firmato dal lunatico Ally MaCleod con il quale instaurò un intimo rapporto. Debuttando nella stagione 1971/1972 John ottenne la reputazione di esplosiva, veloce e tenace, ala della squadra che MacLeod, sempre più accostato a Mohammed Alì sui tabloid, trasformò nella più vincente mai vista al Somerset Park. Il picco si ebbe nella stagione 1975/1976 quando raggiunsero la più alta posizione mai conquistata in prima divisione, il sesto posto.

Quella stagione era cominciata con una devastante vittoria sui Rangers per 3-0, cui fece seguito una standing ovation per la performance di Johnny contro il Motherwell durante la quale, tra le altre cose, entrò in porta con tutto il pallone dopo aver scherzato sia con il difensore che con il portiere. Danny McGrain ricorda cosa significava giocare contro il giovane Doyle: "Johnny giocava largo a destra e io normalmente giocavo terzino destro, ma qualche volta fluttuava dalle mie parti. Ti dava quello che riceveva, perché a quei tempi era permesso scalciare gli avversari. Era uno sport di contatto e Doyle le prendeva, ma poi tornava a cercarti. Te lo trovavi davanti, cercava di farti un tunnel o di farti inciampare. Era davvero un giocatore difficile da marcare e non sono mai stato contento di doverlo fronteggiare".

Quello che rese i successi della squadra di MacLeod ancora più degni di nota, fu il fatto che era completamente formata da giocatori part-time, cioè che si allenavano solo due volte a settmana. Le imprese di Johnny lo condussero alla convocazione in Under 23 e lo fecero prontamente promuovere nella nazionale maggiore, sotto la guida dello stesso MacLeod nel Dicembre del 1975. L'esordio avvenne in un incontro di qualificazione per i campionati europei contro la Romania, e resta l'ultima presenza di un giocatore dell'Ayr United nella nazionale. In un atto di generosità tipico del personaggio, Johnny donò la sua casacca ad Ally MacLeod. Chiamò anche il figlio Allistair Jason in onore a quel manager che lo aveva aiutato a trasformarlo in una temuta ala e giocatore professionista.
Non sorprende il fatto che l'unica presenza internazionale di Johnny fu segnata da un cartellino giallo, né che due giocatori rumeni furono ammoniti per avergli fatto fallo. Durante il periodo all'Ayr United fu infatti espulso in quattro occasioni, ed una manciata di cartellini gialli lo videro protagonista di un paio di lunghe sospensioni. Un paio di settimane dopo la gara con la Romania fu espulso al Celtic Park per aver colpito con un pugno Andy Lynch. Il senso d'ingiustizia che covava verso il trattamento solitamente riservatogli lo spingeva spesso in atteggiamenti vendicativi durante i primi anni. "Ero davvero un tipo con un caratteraccio quando ho cominciato. Il problema era che non sopportavo essere scalciato. Sono stato cacciato quattro volte per via dei guardalinee... Sarebbero state molto di più se gli arbitri avessero visto tutto. Colpivo gli avversari a palla lontana perchè mi avevano colpito precedentemente, e si trattava sempre di bestioni".

Restò tanto sgomento dalla sospensione di ventuno giorni che, con il supporto dell'associazione calciatori, fece domanda per impedire provvisoriamente alla SFA di aumentargli la pena. Era troppo frustrato da ciò a cui aveva assistito, il processo di vittimizzazione di cui era stato fatto oggetto da parte delle autorità, e l'inadeguatezza palesata dai dirigenti dell'Ayr United nel difenderlo. Ally MacLeod era divenuto manager dell'Aberdeen poche settimane prima. Così, a dispettto dell'interesse precedentemente palesato dal Celtic e da altri, inclusa la squadra tedesca dello Schalke 04, restò un calciatore part time e dovette continuare a lavorare come impiegato presso l'acciaieria Clydesdale. Tutti questi fattori lo spinsero a rendere pubblico il malumore e le aspirazioni che nutriva: "Sono stanco di essere preso a calci per 30 pounds a settimana, voglio andare al Celtic". Nel giro di poche settimane il sogno di John fu realizzato.

TERZA PARTE - Johnny Doyle On the wing



La stagione 1975/1976 fu traumatica per i frequentatori del Celtic Park. Jock Stein era sfuggito per un soffio alla morte in seguito ad un grave incidente stradale durante la pausa estiva e Sean Fallon, aveva preso il comando degli affari della squadra per contrastare i risorti Rangers. Ancora all'inseguimento del campionato a Pasqua, unico titolo rimasto ormai possibile, Fallon dovette affrontare la dura concorrenza dell'Arsenal e dell'Aberdeen per Johnny. L'Ayr United spinse il Celtic ad aumentare in modo significativo la prima offerta resistendo fino all'ultimo giorno della finestra di mercato. Così tardi che Johnny firmò all'aereoporto di Glasgow mentre i suoi nuovi compagni di squadra erano in attesa dell'aereo, che li avrebbe portati in Germania per un incontro valevole per i quarti di finale della Coppa delle Coppe. La notte precedente alla firma l'aveva trascorsa in preda al nervosismo. "Ero così eccitato che stetti in piedi fino alle 4 del mattino ad ascoltare lo stereo. Gli Status Quo mi aiutarono a calmarmi." Il 15 Marzo 1976 Johnny Doyle divenne, dopo il terzo tentativo, l'acquisto record del Celtic per la cifra di 90.000 sterline.

La sua carriera con la Hoops partì male con un infortunio lampo dopo un minuto di gioco nella gara di esordio contro il Dundee, benché tornò in campo finché non furono costretti ad accompagnarlo fuori poco prima dell'intervallo. Johnny riuscì a raggranellare solo altre cinque presenze in quella stagione che si chiuse senza trofei per i Bhoys. La stagione successiva, con Jock Stein tornato al comando, il Celtic risorse dal periodo oscuro per rilanciare la sfida al titolo. I tifosi del Celtic si goderono la vittoria del campionato celebrandola all'Easter Road con ben cinque gare di anticipo. Quando il Celtic agguantò il double battendo i Rangers nella finale di Scottish Cup grazie ad un rigore di Andy Lynch, Johnny se ne andò saltellando per Hampden con il suo migliore amico, che era anche in panchina quel giorno, il lentigginoso Tommy Burns.
La sua prima stagione intera con la maglia Hoops si era conclusa con vittorie in campionato ed in coppa e 11 goal in 50 partite.

La stagione 1977-1978 vide le apparizioni di Johnny ridursi a 29, con solo 4 goal segnati, per il riacutizzarsi del problema alla cartillagine apparso in seguito al suo primo infortunio nella gara con il Dundee. Il Celtic soffrì per l'addio di Kennt Dalglish e per l'infortunio che aveva stroncato la carriera di Danny McGrain, eventi che comportarono la peggior stagione degli ultimi 13 anni e la fine del regno di Jock Stein al Celtic Park. In più Johnny non era soddisfatto dell'apporto dato in queste prime annate. "Le mie prime due stagioni furono uno zero assoluto. Giocai un sacco di partite ma davvero non mi sentivo di aver contribuito. Volevo giocare per il Celtic, ma anche giocar bene, e non ero riuscito ad infilare una serie positiva di gare perchè non ero mai stato completamente a posto fisicamente".
Ci volle un bel pò prima che la natura di quell'infortunio occorso contro il Dundee fosse correttamente diagnosticata e, anche se regolarmente schierato, non riuscì a donare alla causa quell'apporto che avrebbe voluto.

Il suo ruolo fu messo in discussione con l'acquisto dell'ala Davied Provan da parte del manager Billy McNeill nel 1978. Così, mentre molti giornali predicevano la fine imminente della sua carriera al Celtic, Johnny li mise a tacere affidandosi alle lezioni giovanili impartitegli dal padre riguardo la versatilità e rigenerandosi in vari ruoli offensivi. Con l'incremento della media realizzativa e di conseguenza dell'importanza all'interno della squadra, la sua carriera al Celtic sbocciò definitivamente.

QUARTA PARTE - Vivendo il sogno (1)



Grazie all'abilità nel ruolo di ala ed al coraggio, Johnny aveva velocemente conquistato i tifosi, che non nascondevano la gioia di vedere il riccioluto Jungle Jim vivere il suo sogno. Tommy Burns ricordava nel suo libro Twists and Turns "Non esistevano gesti troppo indelicati per lui, che si trattasse di mostrare il crocifisso ai tifosi dei Rangers mentre tornava a centrocampo dopo un goal o l'atto del mimare lo scrollare un'immaginaria sigaretta per festeggiare" - e tutto questo in un periodo in cui Neil Lennon era ancora avvolto da pannolini Hoops. John immediatamente stabilì un rapporto speciale con quelli che occupavano lo stesso settore della Jungle, nella quale aveva trascorso i primi anni dei 9 campionati vinti di fila. Quando si alzava il coro "Johnny, oh Johnny Doyle, oh Johnny Doyle on the wing" si fermava autopundandosi innocentemente l'indice contro come a voler dire "State parlando con me?" o li incitava a cantare più forte fingendo con un cenno di non riuscire a sentirli. Johnny accoglieva i tifosi nei festeggiamenti ogni volta che segnava, impaziente di condividere quella gioia sempre così palese sul suo viso. Non di meno avvenne quando il piccolo Doyle sovrastò con uno stacco i difensori del Real Madrid conducendo il Celtic ad un memorabile doppio vantaggio nella partita di andata dei Quarti di finale di Coppa dei Campioni nel Marzo del 1980, con Johnny quasi entrato nella Jungle in estasi.

Le sue gesta divertirono una generazione intera di tifosi Celtic. Uno di loro, Chic Chamley, ricordava: "Quando guardavo il Celtic, amavo il modo in cui Johnny infiammava il pubblico." Charnley era divenuto famoso per essersi asciugato il naso con una bandierina dell'Ibrox, mentre Johnny non ci avrebbe mai nemmeno starnutito. Nonostante fosse famoso per il comportamento irriverente sul rettangolo di gioco, la disponibilità con cui sottraeva tempo agli svaghi per presenziare alle cerimonie dei supporter in tutto il paese lo rese nettamente il beniamino dei tifosi. Secondo Davie Provan "Se gli dicevi che stavi andando af un incontro dei tifosi, lui sarebbe venuto. Doyley era là fuori insieme a loro ogni Sabato sera... E lo adorava".

Tommy Burns ricordava che Johnny era solito fermarsi per dare un passaggio ai tifosi autostoppisti sulla strada per il ritorno ad Ayshire dopo le partite, ed invitarli nella sua casa a Kilmarnock per cena.
Custodiva con gelosia le sciarpe, i cappelli e tutti gli altri regali donatigli dai tifosi, insieme ai trofei e le medaglie vinte in una stanza adibita all'uopo nella sua casa. Paul Stanton ricordava con stupore che Johnny si presentava al Celtic Park, o saliva sul bus per andare in trasferta, indossando una sciarpa del Celtic. Nella sua carriera non aveva mai visto nessuno farlo prima. Si trattava di una sciarpa lanciatagli da un tifoso mentre stava abbandonando il terreno di gioco in un incontro di Coppa. Quel gesto significò così tanto per Johnny, il quale non solo la conservò, ma la indossava con orgoglio per esprimere la gratiduine verso i suoi amici/tifosi del Celtic.

Importanti tanto quanto i tifosi per Johnny era chi scendeva in campo al suo fianco. Tra i compagni di squadra il suo coraggio e la sua determinazione erano enormemente ammirati. "Era solo 162 cm ma faceva sempre male ai difensori" ricordava Murdo McLeod.
Andy Lynch, suo ex avversario, ricordava l'eccitazione di Johnny vedendolo fermo all'inizio e il suo non tirarsi indietro di fronte ai rudi trattamenti ricevuti come tante altri ali avrebbero invece fatto.
Dom Sullivan credeva che fosse un giocatore irripetibile. "Non credo di aver mai visto nessun altro giocatore dare tutto se stesso come Doyle. Non conosceva la paura, assolutamente. Non aveva paura di nessuno per essere un ragazzo così basso."

Altrettanto importante quanto il suo coraggio in campo era il suo contegno nella vita. Johnny era un elemento fondamentale in uno spogliatoio pieno di tipetti niente male. Adorava imitare gli accenti che gli risultavano strani, sia che si trattasse del balbettante inglese del suo grande amico islandese Johannes Evaldsson (che prendeva in giro per aver dato alla figlia il suo stesso nome, Joanna) o del 'ken' posto alla fine di ogni frase, tipico dell'accento East Coast di Pat Stanton. Parlava con goia dell'ex Ranger Alfie Conn definendolo "pandoro con l'uvetta" e finiva sempre con il rubare le chiavi della macchina ai compagni di squadra o col bloccare la portiera con le proprie. Manteneva alta la sua reputazione di 'The Man', l'uomo deputato a mettere in riga le giovani leve della prima squadra. Quando Franck McGarvey arrivò dal Liverpool i suoi compagni di squadra lo presero in giro dicendogli che il tempo del 'The Man' era ormai concluso. Johnny fece quello che gli venne più naturale - Sfidò Frank ad un incontro di wrestling e gli bloccò la testa con una presa. I calcoli su quanto a lungo la presa durò si sprecano, variando dai 30 minuti alle 3 ore. La presenza dell'allenatore non scoraggiò Doyle secondo Dom Sullivan: "Big Billy venne due o tre volte e loro restarono li!", disse: "Si stanno davvero prendendo". Alla fine McCarvey, dopo due cadute ed un atto di sottomissione, fu lasciato andare. Johnny restò 'The Man'. Anche gli allenatori finivano nel mirino del comportamento da gallo del pollaio di John.
Jock Stein soleva concludere i discorsi alla squadra con un superficiale "Ci sono domande?", ben sapendo che nessuna domanda fosse necessaria. Johnny aveva regolarmente un paio di domande pronte per prendere in giro 'The Big Man' che non era certo abituato a cotanta impertinenza da parte dei suoi giocatori.
Quando Billy McNeill ricevette il premio MBE per il suo impegno nel calcio verso la fine degli anni settanta, Johnny gli chiese se non gliene fosse dovuto uno anche a lui per avergli tenuto una così buona compagnia".

SESTA PARTE - Vivendo il sogno (3)



Era ben noto tra tutti gli addetti ai lavori che Johnny teneva un libretto con i nomi degli avversari che lo avevano maltrattato,in modo tale da potersi vendicare la volta successiva.
Andy Lynch fu sollevato di sapere di non essere più in cima alla lista in seguito all'arrivo di Johnny al Celtic Park. Johnny era anche interessato al benessere ed ai diritti dei suoi colleghi .Fu - insieme ad Alex Ferguson, Tony Higgins, Jackie McNamara Senior e al Rangers Alex MacDonald - personaggio di spicco nella riforma della Scottish Professional Footballers Associations nel 1970 che la rese più efficace nella lotta per gli interessi dei membri. Ma i ricordi più forti su Johnny sono legati alla maglia del Celtic. Riservò, e ricevette, uno speciale trattamento dal popolo blue, che non sarebbe potuto essere più arrabbiato nemmeno se fosse stato il Papa in persona ad indossare la Hoops. A parte esortare i giocatori dei Rangers a baciare il crocifisso che s'attaccava con del nastro adesivo al petto durante le partite, una volta mise in riga l'intera curva Rangers ad Hampden Park mentre ispezionava il campo da gioco prima della partita. I consueti urli di scherno proruppero quando Johnny e co. Apparvero vestiti con il completo della squadra prima del calcio d'inizio. Affrontandoli senza problemi, il coraggioso Johnny immediatamente si voltò e zittì la grande plebaglia soffiando verso di loro un tenero bacio. Odiava l'idea di perdere con i Rangers ovunque si giocasse. L'attaccante di Ibrox, divenuto critico televisivo, Gordon-Must Score-Smith, ricorda di una volta in cui era sull'autostrada per Kilmarnock, in ritardo per gli allenamenti alla Fortress of Darkness. Superò l'auto di Johnny dalla corsia interna facendogli un cenno di saluto. Johnny, ritendendo che il guanto di sfida fosse stato lanciato, spinse sull'acceleratore e, con una velocità ben oltre i limiti consentiti, si assicurò di essere a Glasgow ben prima del rivale. A Johnny piacevano gli arbitri tanto quanto i Rangers. Una delle sue prime espulsioni ai tempi dell'Ayr United giunse perché, disgustato da una decisione, sputò una gomma da masticare al guardalinee. In una partita contro la sua vecchia squadra al Somerset Park nel 1977 riuscì ad agganciare una palla persa e far partire un potente cross con il quale colpì violentemente il volto dell'arbitro, provocandone una caduta sulle ginocchia. Sentitosi umiliato, nonostante la chiara inintenzionalità dell'accaduto, il borioso direttore di gara mostrò a Johnny un cartellino rosso diretto, poi revocato in sede d'appello. Benché più spesso vittima che carnefice, era il carattere di Johnny a renderlo incline a dei clamorosi scivoloni - come accadde in una delle più famose occasioni a cui il Celtic Park abbia mai assistito.

SETTIMA PARTE - "10 MEN WON THE LEAGUE"



Per quelli troppo giovani per esserci, gli eventi del 21 maggio 1979 lasciarono il segno. Ultima partita della stagione, in casa contro 'le forze del male' e la sola vittoria necessaria per assicurarsi il campionato che altrimenti sarebbe caduto nelle loro mani. I Rangers passarono in vantaggio al nono minuto grazie ad Alex McDonald, uno dei bersagli favoriti dagli sfottò dei tifosi Hoops che si godevano i regolari duelli con Johnny. Doyle una volta schernì McDonald affermando: "Non saresti capace di torgliermi un pallone da spiaggia nemmeno in una cabina telefonica". Intervistato successivamente durante la stagione Johnny disse: "Nella vita di tutti i giorni va bene tra noi, ma è in qualche modo differente in campo. Diciamo solo che lui è per la sua squadra e io per la mia".

All'inizio del secondo tempo, con il Celtic ancora all'inseguimento, McDonald cominciò a dimenarsi sul terreno come una balena arpionata, chiaramente simulando un infortunio secondo Doyle. Johnny protestò con lui cercando di sollevarlo ma McDonald lo scalciò. Annebbiandogli la mente, la collerà si tradusse in un fulmineo calcio portato alle costole di McDOnald. "Alex mi aveva dato un calcio e io glielo avevo restituito, semplice. Anche se McDonald era balzato in piedi per attaccare Doyle alla gola, solo uno di loro era destinato alla doccia anticipata, con il nome inneggiato dalla Jungle." Quasi vomitai mentre mi dirigevo negli spogliatoi. Credevo avessimo perso il campionato per colpa mia... Mi vedevo già prendere gli scarpini ed andarmene via in caso il Celtic avesse perso. Pensavo di essere giunto al capolinea".

C'era ancora mezz'ora da giocare ed il Celtic era un goal sotto ed in inferiorità numerica. Angosciatamente seduto in un angolo degli spogliatoi, Johnny rimase inizialmente all'oscuro del miracolo che stava avvenendo in campo, quando i suoi compagni di squadra assestarono un uno-due per poi essere riagguantati prima che un autogoal ed un meraviglioso tiro di Murdo McLeod fissassero il risultato sul 4-2 finale dando il via al pandemonio biancoverde sugli spalti. George McCluskey, uno dei marcatori della gara, disse che uscendo dal campo trovò Johnny ad aspettarlo per abbracciarlo, ripetendogli continuamente: "Grazie, grazie". Dopo non poche insistenze lo persuasero ad aggregarsi agli altri ancora in campo, dove finalmente si concesse il perdono e si gustò la festa.

Ma senza il suo comportamento di quel giorno i tifosi del Celtic sarebbero stati privati dell'intramontabile coro "Ten Men won the League. Tra-la-la-la-la".

OTTAVA PARTE - Prevedo una rivolta...



La stagione più prolifica di Johnny in casacca Hoops fu quella del 1979/1980 quando, appaiato a McCluskey in testa alla speciale classifica, andò a segno quindici volte in 35 apparizioni, includendo l'indimenticabile goal con il Real Madrid. Ispirò il pareggio strappato ad Ibrox ad Agosto entrando dalla panchina con il risultato di 0-2 ed un uomo in meno. Anche se la squadra pianificò di sciupare i dieci punti di vantaggio ottenuti a Marzo sull'Aberdeen perdendo il titolo all'ultima giornata. Ulteriori dispiaceri si palesarono in seguito all'incapacità di difendere il doppio vantaggio al Bernabéu nei quarti di finale di Coppa dei Campioni. La consolazione arrivò a Johnny dalla conquista di un'altra coppa ai danni dei Rangers nel Maggio del 1980, un'altra Hampden in the sun. Tanto contenti furono i tifosi del Celtic per la vittoria ottenuta ai supplementari da invadere tempestivamente il campo di gioco al termine dell'incontro per pagare una birra alle folle blu ed offrire loro le condoglianze.
La rissa che ne seguì ebbe conseguenze disastrose per i profanatori unni: dovettero sopportare quei lunghi e dolorosi anni sotto John Greig assolutamente sobri in un nuovo e scintillante ma mezzo deserto Ibrox in seguito alla messa al bando dell'alcool negli stadi.

Nella stagione 1980/1981 le apparizioni di Johnny in prima squadra si ridussero drasticamente poichè McNeil contava su Aitken, Burns, Provan e MacLeod per rifornire McGarvey e McCluskey e un nuovo ragazzino chiamato Nicholas li davanti. Nell'Aprile del 1981 al Tannadice un goal sensazionale di Tommy Burns consegnò ai Celtic una significativa vittoria per tre a due ed un'altra celebrazione per il titolo prese il via. Johnny fu là fuori sul campo a fine partita, a godersi l'atmosfera e sfilando con il maestro dai capelli rosso fuoco sulle spalle, all'acclamar della folla in quella che che resta un'indimeticabile serata per i colori Celtic.

Durante la pausa estiva del 1981 molte furono le speculazioni dei media riguardo la frustrazione di un Johnny ormai stanco di trascorrere così tanto tempo in panchina e desideroso di abbandonare il Celtic Park.
I tentativi da parte di Hearts, Dundee e Motherwell furono sdegnosamente rifiutati quando Johnny dichiarò: "Non voglio lasciare il Celtic. Mi ci è voluto così tanto per arrivarci!", aveva combattuto duramente per guadagnarsi un posto in squadra in precedenza ed era pronto a rifarlo.

Finì ancora sul tabellino dei marcatori nella sua ultima apparizione in maglia Hoops, un incontro di Coppa contro il Queens Park.
Una settimana dopo perse la vita in seguito ad un tragico incidente domestico.

Nel 2001 Dom Sullivan, suo compagno di squadra, ha spiegato allo scrittore Eugene MacBride cosa era accaduto: "In quel periodo mi dilettavo nel bricolage e Doyley lo sapeva. Facevamo molte cose insieme. Proprio due settimane prima ero stato giù a casa sua e mi mostrò cosa stava preparando. Mi condusse con sé nel loft illustrandomi i piani, ma quello che non capirono fu che nella casa arrivava una linea doppia. Lui ne chiuse una non accorgendosi che l'altra era ancora attiva".

NONA PARTE - 'And That Mighty Heart Lies Still' (E quel grande cuore giace).



Così titolava il Celtic View la settimana successiva alla dipartita di John. Più di 2000 persone presenziarono ai funerali, inclusa l'intera rosa dei Rangers, e molte centinaia composero la fila sulla rotta che dalla cappella conduceva al cimitero di Grassyards Road, a Kilmarnock. Giorni dopo, durante una partita commemorativa ad Ipswich,i tifosi del Celtic improvvisamente fecero due minuti di silenzio dinzanzi al municipio. La settimana successiva, in trasferta ad Airdrie, cantarono 'Doyley we love you'.
A fine stagone, con un altro titolo in tasca, intonarono un coro in omaggio - e in ricordo - ad uno dei loro figli più amati.

Nell'immediato periodo successivo alla scomparsa del suo amico, Tommy Burns cercò conforto: "C'erano solo due cose che in qualche modo mi consolarono non appena tornato dai funerali di Johnny: l'aver capito che, alla fine, stesse riposando davvero e che fosse morto come giocatore del Celtic... In vita era stato un vero Celtic e mi sembrava in qualche modo giusto che almeno fosse morto ancora al Celtic, e so che sarebbe stato importante anche per lui".
Danny McGrain lo ricordò come una scintillante luce che irradiava energia dentro e fuori dal campo. Nel 2005 Murdo McLeod confessò che "una grande parte della squadra scomparve il giorno in cui Doyle venne a mancare. Ci volle molto tempo perché i calciatori se ne facessero una ragione". Per Billy McNeil era l'incarnazione della frase "un vero Celt". Non era un segreto che sia da bambino, e più tardi da giocatore dell'Ayr United, la sua ambizione fosse quella di giocare al Celtic Park. Quando quel desiderio si realizzò, Johnny mostrò la sua gratidune nel modo più gradito ai tifosi, giocando con il cuore ogni volta che indossava la casacca biancoverde".

Per quelli che lo conobbero bene, e specialmente per la sua amata famiglia e gli amici, si spera che il tempo abbia in qualche modo aiutato ad alleviare il dolore.

Per quelli come noi che hanno solo potuto intravedere sprazzi di quale grande uomo fosse dagli spalti, dalla televisione o durante le cerimonie dei tifosi - che dimostra la sua attiva passione per il club - siamo orgogliosi del fatto che resterà per sempre ricordato come Johnny Doyle del Celtic.
Ha realizzato il suo sogno, che era anche il sogno del padre ed il nostro sogno. E lo ha fatto con umiltà, spirito e grandissimo orgoglio.

"Finchè c'è una maglia con le hoops biancoverdi qualsiasi numero va bene. Mi accontenterei anche del 12 o del 13. I numeri non mi interessano finchè gioco nel Celtic."
Johnny Doyle,1980

FINE



Tradotto per noi da: S0NNIE

Raccolta di immagini, video e quanto altro di Johnny Doyle...

JohnDoyle

johnny_doyle_autograph_1

image001

JohnDoyle



Edited by Alex_Paco - 21/1/2014, 10:50
 
Top
view post Posted on 29/4/2008, 16:34     +1   -1

" Voglio che i miei scendano in campo ad ogni partita come se combattessero una guerra per la nostra causa. Voglio che Il Paradise torni una roccaforte. "

Group:
Gold Member
Posts:
3,474
Location:
Celtic Park / Mantova / Martelli

Status:


cavolo è morto giovanissimo :(
 
Top
view post Posted on 29/4/2008, 16:50     +1   -1
Avatar

CELTIC LEGEND

Group:
Dirigenza CSC
Posts:
3,979

Status:


grazie orfeo. mi vengono le lacrime agli occhi. anche se non l'ho conosciuto. ma ho sentito testimonianze di alcuni miei amici di glasgow e sento sempre qualcosa dentro quando si parla di lui.... :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:
 
Top
Orfeo Bhoy
view post Posted on 29/4/2008, 17:11     +1   -1




CITAZIONE (boretim @ 29/4/2008, 17:50)
grazie orfeo. mi vengono le lacrime agli occhi. anche se non l'ho conosciuto. ma ho sentito testimonianze di alcuni miei amici di glasgow e sento sempre qualcosa dentro quando si parla di lui.... :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:

Mi sto appassionando anch'io alla storia di questo uomo immenso...
 
Top
S0NNIE
view post Posted on 30/4/2008, 10:21     +1   -1




Purtroppo di foto in giro del grande johnny se ne trovano poche.

La sua attuale residenza...

image

image

Perchè ,senza voler essere retorici o buonisti,giocatori e persone come lui non muoiono mai,ma resteranno sempre vivi nei ricordi di chi li ha amati ,nei racconti di chi li ha visti e nell'ammirazione e il rispetto di chi li avrebbe voluti conoscere.

RIP JOHNNY :ynwa:
 
Top
view post Posted on 30/4/2008, 11:00     +1   -1
Avatar

CELTIC LEGEND

Group:
Dirigenza CSC
Posts:
3,979

Status:


perchè volete farmi piangere a tutti i costi?
grazie comunque.
sonnie, riesci a sapere il paese del cimitero ?
ho un pensiero per il mio prossimo viaggio (l'avevo anche la volta scorsa, ma non ho avuto la possibilità di lasciare il mio gruppo da solo).
 
Top
Orfeo Bhoy
view post Posted on 30/4/2008, 11:54     +1   -1




Potrebbe essere Kilmarnock? Se non sbaglio viveva lì...
 
Top
supermariocast
view post Posted on 30/4/2008, 18:12     +1   -1




Sì, è sepolto al cimitero di Grassard Road a Kilmarnock
 
Top
eskimo12
view post Posted on 30/4/2008, 20:00     +1   -1




io non lo conosco. che gli è successo?
 
Top
Orfeo Bhoy
view post Posted on 1/5/2008, 11:17     +1   -1




Inserisco il video della sua famosa rete contro il Real Madrid...fanno quasi impressione i due giganti della difesa madrididsta Sabido e Camacho che resta impietriti a guardare la palla in rete dopo che il piccolo Johnny li aveva sovrastati in elevazione...

 
Top
mc bell
view post Posted on 2/5/2008, 20:21     +1   -1




COMMOZIONE E RINGRAZIAMENTO. QUESTE SON LE COSE PER CUI CAPISCI CHE I CELTS SONO UN UNICA FAMIGLIA. GLORY AND HONOUR TO YOUR MEMORY JOHNNY!
 
Top
Orfeo Bhoy
view post Posted on 8/5/2008, 02:04     +1   +1   -1




In questo video lo vediamo espulso per aver accidentalmente colpito l'arbitro con una pallonata in pieno volto mentre crossava...fato che a mio parere testimonia appieno quanto tutti in Scozia stanno dalla parte degli Unni...

 
Top
eskimo12
view post Posted on 8/5/2008, 07:11     +1   -1




non l'ho mai conosciuto, non sapevo chi fosse fino a pochissimo tempo fa eppure a vedere le foto mi vengono i brividi
 
Top
view post Posted on 8/5/2008, 08:08     +1   -1
Avatar

CELTIC LEGEND

Group:
Dirigenza CSC
Posts:
3,979

Status:


CITAZIONE (Orfeo Bhoy @ 8/5/2008, 03:04)
In questo video lo vediamo espulso per aver accidentalmente colpito l'arbitro con una pallonata in pieno volto mentre crossava...fato che a mio parere testimonia appieno quanto tutti in Scozia stanno dalla parte degli Unni...

(FILE:www.youtube.com/v/2NR-CDSTKRo&hl=it)

ho l'episodio in un video su di lui. non andò proprio così. dopo la pallonata johnny si avvicinò all'arbitro che lo redarguì. ne nacque uno scambio di battute con doyle che finì espulso per la segnalazione del guardalinee che disse che doyle aveva colpito intenzionalmente l'arbitro. doyle fece ricorso e la SFA annullò la squalifica. io propongo una cosa: fare nostra la memoria di jhonny doyle e aprire un topic permanente (tipo quelli che già abbiamo bacheca, giocatori ecc.) potremmo chiamarlo johnny doyle gallery e lì dentro trasferiamo tutto quello che già abbiamo e tutto quello che troviamo su di lui. che ne dite ? se siete d'accordo e se si puo fare tecnicamente fatelo pure da ora.

Edited by boretim - 21/4/2011, 13:44
 
Top
Orfeo Bhoy
view post Posted on 9/5/2008, 01:18     +1   -1




Qui tutti i video su Johnny...



 
Top
111 replies since 29/4/2008, 16:23   2653 views
  Share