TEN MEN WON THE LEAGUE, LA LA LA LA LA ..., 21 MAGGIO 1979

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view post Posted on 27/9/2012, 12:38     +1   -1
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TEN MEN WON THE LEAGUE, LA LA LA LA LA …
21 MAGGIO 1979

Spesso a seguito di un avvenimento che ha lasciato il segno nella nostra vita, ci chiediamo dove noi fossimo in quell’istante, guardandoci indietro a riflettere sulle nostre azioni. Per i molti di noi che tifano Celtic, immagino sia successo parecchie volte relativamente a qualche gara del passato, per cercare di trovare un’assonanza al proprio stile di vita, da associare alla nostra squadra preferita. Ho cercato di farlo anch’io, pensando a dove fossi e che cosa stessi facendo in quell’ormai lontano 21 maggio 1979, epilogo di una strana e incredibile, ma vittoriosa, stagione calcistica scozzese.
Il campionato di calcio 1978/1979 in Scozia fu accompagnato da una grossa perdita di credibilità a seguito dell’inopinata e inimmaginabile eliminazione della Scozia al primo turno dei mondiali d’Argentina del giugno precedente, dove le aspettative davano addirittura la Tartan Army tra le favorite del torneo. La conseguenza di ciò fu una drastica riduzione degli spettatori negli stadi e mancanza di investimenti finanziari da parte dei club. Le due dell’Old Firm avevano, non di comune accordo, dato vita ad una specie di rivoluzione interna chiamando a sostituire i manager mostri sacri (Stein per noi, Wallace per gli huns) con due veterani dei derby di Glasgow che dopo essersi per anni scontrati in campo, ora dirigevano da neofiti i due club più importanti di Scozia: Billy McNeill, strappato all’Aberdeen, e John Greig sponda R******. Ma mentre i Blues erano detentori di una treble e avevano un parco giocatori affiatato, i Bhoys venivano da un campionato dove erano finiti al 5 posto in classificia mancando per la prima volta nella storia la qualificazione alle competizioni europee e con un record di 15 partite perse.
Per gli amanti della storia del Regno Unito, prendendo a misura il 1979 (cioè la seconda parte della stagione, che si rivelò essere quella determinante), quello fu l’anno dell’insediamento a Downing Street di Margareth Thatcher, quando i Tories conquistarono 339 seggi alla Camera dei Comuni. Ma si ricordano anche altri avvenimenti: un incendio divampato al Woolworth store di Manchester uccise 10 persone; per la cultura in quell’anno uscirono nelle sale cinematografiche “Alien”, “Zulu dawn” e “Rocky II” unitamente alla produzione dei Monty Pythons di “Life of Brian” (film da vedere, pensando al contesto di quegli anni). Nella musica spadroneggiavano Blondie’s (Sunday girl), Art Garfunkel (Bright eyes), Gloria Gaynor (I will survive), i Bee Gees (Tragedy) e i mitici Village People con “YMCA”. Ma non possiamo dimenticare gli LP di Elvis Costello (Armed forces), Michael Jackson (Off the wall), The Clash (London calling), , Neil Young (Rust never sleeps) e dei mitici Pink Floyd che produssero The Wall. Per gli amanti delle serie televisive quell’anno vide la fine della produzione di Starsky and Hutch e di Wonder woman (che sarebbero arrivati in Italia solo qualche anno dopo).
L’inizio del campionato, grazie all’avvento di McNeill, aveva riportato entusiasmo a Celtic Park; il Caesar aveva anche approfittato della stasi sul mercato di altri club acquistando due emeriti sconosciuti (fra l’altro protestanti e tifosi dei R******, per continuare il detto di Jock Stein …), David Provan dal Kilmarnock e Murdo MacLeod dal Dumbarton; inoltre sui bhoys pendeva l’importante assenza del capitano Danny McGrain, ancora out per un misterioso infortunio al piede, che gli aveva impedito di partecipare ai mondiali d’Argentina, quando era considerato il migliore terzino al mondo, ma tutto questo sembrava passato nel dimenticatoio alla 4^ di campionato; il 9 settembre andava in scena il primo dei 4 old firm stagionali e i bhoys erano reduci da 3 vittorie consecutive. McNeill stava cercando di costruire una squadra solida soprattutto sotto l’aspetto della fiducia e autostima, e quel giorno il Celtic sconfisse nettamente i rivali per 3-1, grazie a George McCluskey e a una doppietta di Tom MacAdam, un attaccante acquistato l’anno prima e che in breve sarà destinato a diventare uno stopper roccioso. Addirittura Peter Latchford parò un rigore nel finale a MacDonald, la ciliegina sulla torta di quella che pareva essere la stagione della rinascita.
Niente di tutto questo doveva realizzarsi: dopo il derby il Celtic fu sconfitto in casa dagli Hibs e inanellò una serie di gare deprimenti da far tornare in auge la mediocrità del campionato precedente. Oltre a ciò i bhoys furono eliminati nell’Anglo Scottish cup (torneo che veniva disputato da squadre che non erano riuscite a qualificarsi alle competizioni europee) e persero la semifinale di League Cup contro i R****** in maniera controversa il 13 dicembre del 1979. Quella fu una delle ultime gare giocate dai bhoys, che comunque in quel dicembre non riuscirono a vincerne nemmeno una. La posizione in classifica era deficitaria, e con l’avvento dell’inverno (uno, se non l’inverno più freddo degli ultimi anni in Scozia) la federazione, prima titubante, fu costretta prima a sospendere alcuni turni di campionato poi a sospendere sine die il campionato dal Natale 1978 fino all’avvento di condizioni atmosferiche ottimali. Ho voluto sottolineare l’anno perché spesso in Italia si sono giocate gare in condizioni atmosferiche impraticabili, sia per i calciatori, ma soprattutto per il pubblico pagante, in nome della regolarità, del totocalcio (quando questo tipo di business ancora contava qualcosa) e oggi in nome delle televisioni. Voglio solo farvi presente che le “pitch inspection” in Scozia (ma anche nel Regno Unito) erano e sono ancora all’ordine del giorno, e si privilegia sia la sicurezza dei calciatori, che soprattutto la sicurezza e l’incolumità degli spettatori. In posizione di classifica da retrocessione, Billy McNeill, che a metà stagione aveva richiamato dall’America il suo ex compagno di squadra Bobby Lennox, nella speranza che potesse essere un aiuto all’interno dello spogliatoio, porta la squadra in ritiro in Portogallo, dove grazie al clima, ancor oggi inspiegabilmente Danny McGrain riesce a guarire e torna a disposizione del manager, suo ex compagno di squadra. Per cui quando la Federazione convoca i club e decide di riprendere il campionato il 3 marzo del 1979, il Celtic si ripresenta con uno spirito ben diverso da quello mostrato alla pausa di dicembre. Dopo alcune amichevoli e superato un turno di scottish cup, la logica conseguenza di un lungo stop fu l’alta concentrazione di match da giocarsi entro la fine di maggio, alla faccia della stanchezza propinata in terra italica. Se poi si aggiunge la finale di Coppa di Lega, i turni di Coppa di Scozia (il Celtic fu eliminato dall’Aberdeen dopo un replay) e le gare europee possiamo ammettere che gli amanti del calcio in quella primavera del 1979 non poterono annoiarsi !!! Il Celtic riprese il cammino con insperata verve, debuttando a Celtic Park con una vittoria sull’Aberdeen emergente di Alex Ferguson per arrivare al mese cruciale di maggio in cui i bhoys dovettero giocare 6 gare in 19 giorni.
Ma è doveroso raccontare cosa successe il 23 marzo; il giorno successivo era in programma ad Hampden Park l’Old Firm (i R***** quell’anno giocavano ad Hampden per la ricostruzione di Ibrox), ma chiesero ed ottennero dalla federazione il rinvio della gara per le avverse condizioni di campo e spalti (presenza di neve); in verità, per ammissione successiva di qualche tesserato, gli Huns arrivavano da una eliminazione a Colonia dopo una gara molto sofferta, ma soprattutto il sabato pomeriggio era in programma già una gara di Glasgow Cup contro il Partick Thistle, che i R****** naturalmente preferivano all’incontro contro il Celtic, addossando la responsabilità di non poter giocare ad Hampden al Queen’s Park, “proprietario” dell’impianto; naturalmente il Celtic andò su tutte le furie, ma questo fatto dimostrò ancora una volta chi era al potere nell’ambito calcistico scozzese. Dopo aver visto il debutto di un giovanissimo Packie Bonner il giorno di San Patrizio a Celtic Park contro il Motherwell, troviamo i bhoys impegnati contro gli Hibs il 2 maggio (vittoria 3-1) e scontrarsi ad Hampden Park (questa volta davvero) il 5 maggio contro i rivali cittadini: vittoria degli avversari ma i bhoys recriminano per un tiro di Doyle respinto dal palo. Quindi il lunedì successivo il Celtic sconfisse il Partick 2-1, mentre venerdì 11 maggio ad Ibrox fu la volta del St. Mirren ad essere messo sotto 2-0; si giocò ad Ibrox per i lavori di ricostruzione di Love Street, un Ibrox comunque cantiere che poteva ospitare una gara minore, ma non un Old Firm !!
Martedì 14 maggio a Celtic Park il Celtic sconfisse grazie a Mike Conroy (centrocampista jolly sempre sottovalutato, ma utilissimo e tifosissimo dei bhoys !!) i già retrocessi Hearts, dove il fischio finale dell’arbitro fu salutato con un’ovazione dai 50.000 presenti sugli spalti. Si giunse così al recupero di campionato del 2 gennaio, messo in programma al Celtic Park lunedì 21 maggio contro i R******. La classifica parlava chiaro: Celtic 46 pt., R****** 43 pt. Quando ancora la vittoria valeva due punti. Ma i R****** avevano altre 2 gare da giocare contro Hibs e Partick, il che faceva presumere che con un pari conquistato ad Ibrox, gli huns avrebbero superato i bhoys in classifica e vinto per la seconda stagione consecutiva la “Treble”. Infatti i R****** erano impegnati nella finale di coppa di Scozia contro gli Hibs, ma nella prima gara del 12 maggio il match era finito in parità. Per cui i celts guardarono con curiosità il replay del mercoledì successivo alla nostra vittoria sugli Hearts, per capire il grado di stanchezza dei nostri rivali. Anche questa gara finì in pareggio per cui qualche lumicino di speranza si illuminò a Parkhead, anche se la forza dei R****** nei momenti topici era indiscutibile.
Quella sera Celtic Park era gremito (ufficialmente si parla di 52.000, ma sappiamo che grazie agli stratagemmi tipici per evadere il fisco, potevano essere assiepati qualche migliaio di persone in più); la tensione era evidente perché da una gara dipendeva il futuro non solo di un club, ma anche di una parte della società civile scozzese.
Quando un avvenimento diventa storico, lo è per alcuni particolari; in questo caso non è solo il risultato finale, il fatto di giocare e vincere in 10 contro 11, oppure di vincere un derby. Ci fu dell’altro; quella sera, oltre allo sciopero dei trasporti pubblici, la BBC, dopo un tentativo per acquisire i diritti sulla trasmissione della gara, decise di non dar seguito all’offerta; la STV chiese la diretta o quantomeno l’intera gara, ma uno sciopero (segno del recente “trionfo” della Thatcher …) bloccò la registrazione della partita, e così nemmeno la radio trasmise quella che divenne poi un pezzo di storia del nostro club. Così in tempi in cui non esistevano cellulari né internet, al di fuori delle mura di Celtic Park nessuno seppe, se non l’indomani, del risultato finale, nonostante il servizio già allora world wide della BBC. Di quella partita rimasero alcuni fotogrammi ripresi dal club che, grazie al servizio denominato Celtic Film, riuscì a documentare quella storica impresa e l’edizione n. 608 del Celtic View (oltre ai newspapers scozzesi del giorno dopo).
McNeill schierò questa formazione: Latchford, McGrain, Lynch, Aitken, MacAdam (spostato a stopper), Edvaldsson, Provan, Conroy, McCluskey, MacLeod e Johnny Doyle. In panchina il Lion Bobby Lennox e Vic Davidson. Solo all’ultimo si seppe che Tommy Burns non poteva giocare per un infortunio. Dopo soli 9 minuti sembrava catastrofe: Cooper riuscì a eludere McGrain e passare a centro area dove Alex MacDonald portò in vantaggio i nostri rivali. La Jungle rimase silenziosa, surclassata dai cori della R****** End e il primo tempo sfilò via mostrando un Celtic incapace di creare occasioni e con i R****** in controllo della gara. Al rientro in campo il popola biancoverde si scatenò con un mix di cori, canti, urla e quant’altro per rinvigorire i bhoys, ai quali ormai serviva solo vincere, ma sempre con meno tempo a disposizione. Al 55’ tutto sembrò svanire: nella metà campo degli huns, Alex MacDonald “svenne” dopo aver subito un fallo e l’arbitro Eddie Pringle, l’unica persona rimasta con i nervi saldi nel calderone di Celtic Park, fischiò la giusta punizione a favore dei blues. Se non che i bhoys intervennero a protestare per la mimica accentuata di MacDonald, accusandolo di perdere tempo (da quelle parti non erano in uso le usanze latine di “wasting time”). Johnny Doyle si avvicinò a MacDonald e probabilmente disse la sua in merito; ci fu uno scambio di battute e di colpi fra i due, ma fu evidente il colpo di Doyle all’avversario; dopo aver consultato il linesman, l’arbitrò mostro al nostro la via degli spogliatoi. Era raro, a dir la verità, vedere un’espulsione in Scozia o Inghilterra; di solito c’era l’ammonizione e la ramanzina, perché il gioco è sempre stato duro. Ma stavolta il fatto fu giudicato severamente, forse per l’importanza del match; e il battibecco fra Doyle e MacDonald fu più che altro frutto della frustrazione dei nostri nel veder passare il tempo e non riuscire a recuperare. Comunque i compagni di squadra di MacDonald si congratularono con lui (a detta di qualche ex giocatore del Celtic fu duro da digerire il vedere le pacche sulle spalle ricevute da Macdonald e il fatto che subito dopo egli si alzò e si rimise a correre come se nulla fosse successo ….). ma questa era la realtà: sotto di un gol, un uomo in meno e con soli 35 minuti per cercare di rimediare. Utopia ? Sogno ? Chissà a chi di coloro che erano presenti (calciatori, manager, dirigenti, spettatori) sarà passato per la testa di potercela ancora fare. Oltre che dai tifosi (i cori si susseguirono subito dopo il fattaccio), la riscossa venne da un’intera squadra, che non smise mai di attaccare. Al 66’ Aitken regalò il pari con un tiro da dentro l’area di rigore e fu sempre l’indimenticato Feed the Bear a procurare il vantaggio di McCluskey al minuto 74. tutto questo sempre all’insaputa di Johnny Doyle, con la rabbia e la testa china, chiuso nello spogliatoio. Fu giubilo in campo e sugli spalti, ma come sempre succede una squadra diventa vulnerabile dopo aver segnato una rete; non passò che qualche minuto che i R****** in uno dei pochissimi attacchi, conquistarono un corner e sulla battuta susseguente Bobby Russell trafisse Latchford. Con soli 13 minuti al termine, Aitken, Provan, MacLeod e il redivivo Bobby Lennox (entrato al posto di Conroy) condussero gli ultimi attacchi, contro una barriera di uomini in blu, dove il centravanti Derek Johnston fu spostato al centro della difesa. La tensione e l’atmosfera di Celtic Park era unica, con un frastuono continuo, che accompagnava ormai gli attacchi dei Celts. All’85 McCluskey, da posizione defilata sulla destra, mise al centro un tiro-cross che McCloy smanacciò verso l’area piccola e colse di sorpresa il difensore Colin Jackson che, in corsa, impattò di testa la palla infilando un classico (e storico) autogol. Pandemonio? Non lo so se questa sia la parola giusta. Fate voi: e aggiungete qualcos’altro per rendere l’idea. Negli ultimi 5 minuti di gara le parti si invertirono: noi a fare diga, loro a tentare di pareggiare. Ma i nostri non persero mai la calma e cercarono di giocare la palla il più lontano possibile dalla nostra area. Al 90 in uno di questi alleggerimenti, MacLeod dopo una corsa che sembrava infinita, si ritrovò a 30 metri dalla porta di McCloy, un po’ defilato a sinistra: buona parte dello stadio urlava per un tiro in curva in modo da far passare gli ultimi spiccioli di sofferenza. Non so se MacLeod abbia udito questo, oppure se abbia sentito le grida di Billy McNeill che dalla panchina gli diceva di buttarla il più lontano possibile. Non lo so, e sarà bello poterlo incontrare una volta nella vita e chiederglielo. Lui fece solo partire un missile che andò a insaccarsi nell’incrocio dei pali opposto e diede il via al mito dei Ten men won the League. L’arbitro dopo la rete fischiò la fine della gara, ma nessuno sugli spalti se ne accorse, se non per vedere i bhoys in campo esultare, con scene di giubilo (Provan inginocchiato che batte i pugni per terra, Latchford che corre verso la Jungle esultante) e con Billy McNeill che ordinò di ritornare in campo a Johnny Doyle, che andò prima quasi a scusarsi per aver lasciato i compagni in dieci. I tifosi del Celtic sanno essere ironici (e anche autoironici), ma hanno anche una buona dose di fantasia. Quella sera nacque la canzone immortale sul tono di “Brown girl in the ring” di Boney M, che mi riscopro a cantare ancora oggi a oltre 30 anni di distanza da quello storico 21 maggio 1979.
…. 10 men won the league … they thought removing the spirit of Johnny Doyle from team would finish us … they never reckoned with the spirit of the Celtic support that replaced him that night ! Boretim (in memoria di Johnny Doyle).

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il pari di Aitken al 66'

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la gioia la fischio finale


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il capitano in trionfo !!



 
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zar d'europa
view post Posted on 27/9/2012, 16:30     +1   -1




Bello davvero bello..grande bore
 
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McGiro
view post Posted on 27/9/2012, 19:20     +1   -1




Immenso come sempre il mio presidente!!!
 
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view post Posted on 30/9/2012, 19:29     +1   -1
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sempre uno spettacolo leggere le tue storie, grandissimo!
 
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view post Posted on 2/10/2012, 21:49     +1   -1
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ancora due foto di quella magica serata: i due neoacquisti Provan e MacLeod, protagonisti della gara. e se pensiamo che erano due protestanti cresciuti in famiglie di tifosi dei R******, possiamo dire che McNeill capitalizzò il credo del suo maestro Stein, che fra un cattolico e un protestante preferiva sempre acquistare il protestante.... tanto il cattolico sarebbe venuto da solo all'ovile .... !!
sono due foto della mia collezione.
 
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view post Posted on 9/10/2012, 12:47     +1   -1
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a fine gara mcneill e clark festeggiano con il terzino andy linch.
 
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view post Posted on 21/5/2013, 12:26     +1   -1
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oggi sono 34 anni da quell'indimenticabile serata. per molti tifosi è il 2° miglior trionfo di sempre dopo Lisbona. tenete anche conto che fu la prima volta dall'inizio dell'era di Jock Stein, che il Celtic festeggiava in casa a Celtic Park la vittoria in campionato. un sogno che divenne realtà.
 
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Mister Celts
view post Posted on 24/5/2013, 16:35     +1   -1




fantastiche immagini!
 
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view post Posted on 27/11/2014, 18:33     +1   -1
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E' uscito il libro che celebra quella storica vittoria. che divenne Ten men won the league anche grazie al "nostro" Johnny Doyle.....

www.amazon.co.uk/Ten-Men-Won-The-League/dp/1503109747

 
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slaintebhoys
view post Posted on 28/11/2014, 00:07     +1   -1




che bello "sentire" i tuoi racconti...
 
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vanzet
view post Posted on 28/11/2014, 18:47     +1   -1






grandissimo !!!
 
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mc bell
view post Posted on 29/11/2014, 16:57     +2   +1   -1




:irlanda: Quando rivedo e ricordo tutto questo, mi viene un nodo in gola, e manca poco perchè non pianga di commozione, gioia, riconoscenza, orgoglio, affetto. COME POSSO NON VOLERTI BENE, CELTIC DI GLASGOW!?!?!?!?!?......Ma quello che provo va aldilà di tutto questo...E son cose che a parole non si possono comunicare....! E SOLO CHI é CELT LE PUò CAPIRE ( detto senza alcuna retorica ). Grazie a te Celtic! Grazie a te Presidente! Grazie a voi, fratelli miei Celts! VI ABBRACCIO TUTTI!!!!! :irlanda:
 
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view post Posted on 10/12/2014, 18:09     +1   -1
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Libro ordinato.
 
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view post Posted on 3/1/2015, 16:32     +1   -1
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Libro straordinario, che oltre al Celtic, offre uno spaccato sulla società calcistica scozzese di fine anni 70.
Consigliato.
 
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13 replies since 27/9/2012, 12:38   279 views
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