Un paio di dipinti generali sono già stati fatti, non me ne abbiate se il mio sarà un po' più soggettivo. Spero di non annoiarvi perchè solitamente in questo genere di racconti lascio nel cassetto il dono della sintesi! Bhoys avvisati...
Due giorni di barcollante benessere. Questo è lo strascico del secondo torneo Italian Connection, al cui preventivabile (ma non per questo meno piacevole) stato psicologico al top si è aggiunto un epilogo un po' meno positivo dal lato fisico. A quanto pare il geometra non è stato l'unico a subire i nefasti raggi dell'insolente sole che lo scorso sabato abbracciava fin troppo calorosamente il centro sportivo Masseroni Marchese.
Mille facce note all'arrivo del gruppetto Everland, noel, salsacubana (ovvero Andrea, accompagnatore d'occasione), mille sensazioni già provate 364 giorni prima, mille bicchieri di birra già nelle mani di mille supporters. Aria di casa.
La giornata però non prosegue nel migliore dei modi. Quando all'interno dello spogliatoio 9 il sempre più rapido rovistamento manuale all'interno della borsa non porta alla luce le scarpe da calcetto la nebbia ha iniziato a calare su di me. Everfog. Una subitanea chiamata alla compagna di vita placava subito i subbugli interni, senza però impedire un debutto sul campo con delle diroccate adidas training senza più alcun residuo di suola. Va sottolineato il grande gesto di alcuni amici biancoverdi che si sarebbero privati dei loro tacchetti gommosi per prestarli al sottoscritto. Chapeau.
Il debutto, dunque. Celtic-Tottenham 1-1: un tempo nella formazione iniziale e un pallonetto salvato sulla linea per capire che forse sarebbe stato meglio attendere i ferri del mestiere. Mezzora di pausa, facendo attenzione a non inciampare nei mega obbiettivi delle fotocamere extralusso presenti a bordo campo e tenuti in ostaggio dalle girls di Dany e Giro, Alice e Ilaria. Quando la mia Ilaria arriva al centro sportivo con le mitiche Joma multicolore i giochi iniziano a farsi seri. Allaccio le compagne di mille battaglie e dribblando taniche di vino versate in precario equilibrio dai vicini di spogliatoio Latin Lions mi riporto sul campo 2. Dovrebbero intitolarlo a noi, dopo averci giocato 10 su 12 partite di Italian Connection. Celtic-Southampton 3-4: un gol di ginocchio dopo aver superato il portiere avversario con un palleggio di pancia, in seguito alla sua ribattuta di un tiro dalla distanza, non è sufficiente ad evitare la sconfitta. Non c'è tempo di rifiatare, subito in campo per l'ultima sfida del girone. Celtic-Stoke 5-2: stavolta il gol arriva di piattone sinistro, sempre dopo ribattuta del portiere. Mentre la partita finisce la mia girl e Andrea continuano a cercare di far capire il mio cognome all'arbitro addetto al referto. Spelling: D - E - S - S - I'... che c'è di così complicato??!!? Ad ogni modo, tre punti incamerati ma la qualificazione è legata all'esito dell'altra sfida, l'ultima del girone, tra Tottenham e Southampton. Accompagno Ilaria-ever alla macchina, perdendomi il primo tempo della gara tra spurs e saints ma anche la bellissima foto di gruppo (non potevate aspettareeee?? *§°**%&* a voi!). Al mio ritorno sento un intenso profumo di matrice dolciaria: il biscotto è quasi pronto. Lo 0-0 ci condanna al gironcino dei dannati. Again. Stavolta avremmo meritato di più ma questo è il calcio (italiano).
La pausa pranzo vola, letteralmente, tra panini con coppa piacentina fornita dal cugino acquisito Andrea (maglia Celtic gialla vintage), birre Guinness e Warsteiner, chiacchiere goliardiche con Ilaria (lady Girola), eski, noel, Bonner e vari esponenti dei branch, in particolare tra i tifosi di Ipswich, Man UTD e Aston Villa, uno dei quali esprime il rammarico di non poter fare coppia d'attacco col sottoscritto. Nel frattempo torna la mia Ilaria, con cugina al seguito. Quando si torna in campo l'atmosfera è quella di una tipica giornata balneare: da un momento all'altro attendo che uno degli arbitri ci offra cocco fresco. La concentrazione e l'atletismo della prima fase sono svaniti. Sembra siano stati ritrovati esanimi qualche ora più tardi nei pressi dello stand Paddy Power. Celtic-West Ham 2-2 (6-5 dcr): per me 4 o 5 minuti prima del triplice fischio, risultato già acquisito dopo la nostra splendida rimonta dallo 0-2. Ho in mano la palla per il sesto rigore ma dopo interminabili secondi l'arbitro si rende conto che non c'è necessità di proseguire. Abbiamo vinto, ciao ciao martelli. Mi guardo in giro (non Alessandro). La stanchezza inizia veemente a farsi spazio tra i luppoli, la cui conta è ormai decisamente superiore a quella dei globuli rossi nel sangue. Celtic-Sunderland 4-4 (6-7 dcr): per me i 30 secondi finali, forse arrotondo per eccesso, giusto in tempo per abbracciare i compagni nel tifo durante i tiri dal dischetto, arrivati dopo un'insperata rimonta dall'1-4. Stavolta però punto subito l'arbitro per prenotare un penalty. Fregato, ancora una volta: quando arrivo Giro sta per scrivere il suo nome nella quinta riga, mi offre il cambio ma ormai l'arbitro ha scritto, lascio così. Quattro errori più tardi, due per parte, il match point del vetusto Giorgio (uno di noi!) incoccia il palo e riapre i giochi. Ho in mano la palla per il sesto rigore (deja-vù) ma prima deve essere battuto il nostro quinto... e la terza parata identica del portiere biancorosso, pettinato con una molotov, mi impedisce ancora una volta l'agognata rincorsa. La sconfitta ci porta alla finale per l'11esimo posto che il povero Leeds, dopo un paio di bellissime pose fotografiche all together, ci lascia vincere senza troppi sforzi. Celtic-Leeds 7-2: tra una spettacolare rovesciata di Bifo e un gol da cineteca del geometra, mi godo l'intera partita con doppietta destro-sinistro su ribattuta del portiere (ancora!) e su rimorchio, più assist in lob all'integralista granata Gildo. Sì, ti ho riconosciuto mentre te la passavo col contagiri... ho fatto finta fossi Immobile. La metà juventina (l'ex metà, ormai).
La giornata sul campo finisce così, col migliore attacco del torneo e un po' d'amaro in bocca per la posizione in classifica. Amen, siamo stati grandi.
Doccia ristoratrice, appassionanti minuti a levare i fili d'imbastitura dai kilt di mezza squadra con la premiata coppia Ilaria-Ilaria a farla da padrone, consapevole ignoramento della sfida a calciobalilla tra il console Annells e Mauro Bellugi (che a sentire Studio Sport era il vero fulcro della manifestazione) e poi tutti o quasi a vedere la finalissima tra Everton e Aston Villa. Riportiamo le scarpe a Luca, sull'assolata tribuna del campo centrale, e poi tutti in campo per la premiazione. Applausi a tutti (grande LeBron!), cori al console, biscottari agli spurs, trenino per noi, l'esaltazione del biancoverdismo. Foto di rito e via verso le partite per noi più facili da vincere, quelle con cibo e liquidi alcoolici. La cena è un tripudio di chiacchiere esilaranti ma anche impegnate, per le qualii devo ringraziare in particolar modo il portierone Stefano, Mattia e Federico. Tra affettati e primi (a proposito, se quelli erano gnocchetti sardi alla campidanese io sono Robert De Niro), le bionde medie innaffiano i nostri spiriti arricchiti dall'ennesima giornata di poesia celtica applicata al calcio. Prima di andare via c'è ancora tempo per scoprire che Luca ha dimenticato nuovamente le scarpe!
E' stato fantastico ritrovarsi un anno dopo con persone, amici, la cui voglia di divertirsi insieme ha fatto la differenza tra un torneo di calcetto e IL torneo, l'Italian Connection. Il divertimento e il coinvolgimento è stato tale che forse ha mietuto qualche altra "vittima". Sono molto contento che la mia ragazza abbia partecipato all'evento e da quanto ho visto e sentito penso non sia stata solo un'apparizione estemporanea...
Allargando il discorso al di fuori del contesto di sabato scorso... Ho debuttato con la hoops, in tutti i sensi, proprio nello scorso Italian connection e da lì in poi non ho saltato nessun impegno calcettistico ufficiale degli Italian Celts... vorrà pur dire qualcosa, no?
Per questo ringrazio tutti voi bhoys per l'accoglienza, l'apprezzamento e la considerazione a me riservata in tutti questi mesi. Spero di esserne sempre all'altezza sia come calciatore che come uomo. HH
Paolo "Everland" Dessì
Edited by Everland182 - 6/6/2014, 08:45